Intervista al prof. Gottfried della banda de “Il Ventunesimo Gatto”
In questo articolo vi parleremo di una bella realtà chiamata “Il Ventunesimo gatto” nata con l’obiettivo di accogliere i gatti più bisognosi e dimostrare a tutti quanto è importante amare tutti i gatti, anche quelli un po’ imperfetti.
Per questo motivo siamo andati ad intervistare il professor Gottfried (Goffry per gli amici) gattone elegante dalla lunga pelliccia, Filosofo ufficiale nonché Segretario della banda de “Il Ventunesimo Gatto“, una famiglia felina “allargata” in cui tutti vivono in armonia, e i gatti più sfortunati vivono come principi e principesse.
Contenuto dell'articolo
L’origine del Ventunesimo Gatto
D: “Buonasera professor Gottfried, è un onore per me incontrarLa e rivolgerLe queste domande, resto sempre incantata dal vostro magico mondo fatto di gatti parlanti molto simpatici, ma chi è la donna che vi dà voce?”
R: “Buonasera signora Carota, innanzitutto grazie per l’apprezzamento. La persona che traduce il nostro felipensiero in linguaggio umano è la nostra Zia Anna Katharina Rieve che insieme al marito, lo Zio Lech Stasikowski, più versato di lei sotto il profilo tecnologico, ha creato la nostra Pagina Facebook de Il Ventunesimo Gatto e il correlato sito web www.ilventunesimogatto.it”
D: “Ci parli della Zia e di come è nata questa famiglia felina.”
R: “La Zia ha studiato Medicina presso l’Università di Pavia e fino al conseguimento della laurea è vissuta in Lombardia, in quel di Varese. A quell’epoca risalgono i suoi primi contatti con il mondo felino. Fin da piccola raccoglieva ed accudiva gattini di strada, ma il suo primo gatto ufficialmente adottato era il “premio” per un esame universitario particolarmente difficile: entrata con la Pro-Zia in un negozio di animali per prendere un cucciolo di cane, fu invece scelta da una gattina rossa abbandonata e in cerca di famiglia. Fu amore a prima vista e la gattina si rivelò un essere straordinario. Quando dopo la laurea, quarant’anni orsono si trasferì in Abruzzo in una grande casa con giardino (che è tuttora la dimora del Ventunesimo Gatto), ebbe la possibilità di prendersi cura di moltissimi gatti che popolavano la zona.”
Col tempo acquisì piena consapevolezza dell’importanza della sterilizzazione, delle vaccinazioni e delle altre cure necessarie al benessere di noi felini.
“Negli ultimi anni “per scelta, per caso o per fortuna” come suole dire lei, la Zia, ebbe sempre venti gatti finché un giorno non venne abbandonato nel giardino uno sfortunato gattino bianco e nero che purtroppo si ammalò gravemente. L’insoddisfacente approccio alle cure e soprattutto l’indelicatezza dei precedenti veterinari indusse gli Zii a cambiare ambulatorio. Purtroppo non fecero in tempo a salvare la vita al gattino, ma questo micio, come si afferma anche nella nostra pagina web, ha cambiato il loro modo di prendersi cura dei gatti: ha fatto loro conoscere dei dottori competenti e soprattutto umani, o meglio animali, perché gli umani non sempre sono tanto umani. Ha fatto loro capire che le piccole vite non hanno un peso specifico né una durata definita.”
Sunny, il “ventunesimo gatto” che non ha potuto essere, ha aperto la strada e il cuore per tutti i “ventunesimi gatti” a venire. Da quel momento in poi ci sarebbe stato sempre posto nella loro casa per un ventunesimo gatto malato o infortunato.
“Dopo questa decisione, il primo Ventunesimo gatto fu Omero, una gattina vecchissima e cieca, che sopravvisse solo sei mesi, ma in quel breve tempo fu una vera principessa.”
L’arrivo di Nonno Salvo
“Nel 2017 arrivò da Agropoli Nonno Salvo, un micio anziano, Fiv positivo, cieco, edentulo (senza denti) e affetto da palatoschisi. Fui io ad accoglierlo per primo. Un vero rottame, si direbbe, ma ben presto emerse chiara la sua forte personalità, un gatto equilibrato, saggio, arguto che seppe conquistarsi simpatia, affetto e rispetto di chiunque avesse la fortuna di conoscerlo. Dopo alcuni travagliati mesi di cure, le sue condizioni di salute parvero stabilizzarsi e si decise di aprire per lui la Pagina “Il Ventunesimo Gatto”, dalla quale lui con tenerezza ed ironia parlava della sua storia e della sua vita nella casa del Ventunesimo Gatto, lasciando ampio spazio di pensiero e di parola anche ai suoi coinquilini, tra i quali Cettina la Pesciarola, Bobbò, mancata star del cinematografo, la Signorina Zeta, nostra timida e puntuale portavoce, la nostra food blogger Abby da Bari ed io, prof. Gottfried Filosofo ufficiale.”
L’intento era di far vedere come si possa vivere felici in una famiglia felina numerosa e multi-problematica incitando all’adozione dei mici più sfortunati.
Nonno Salvo amava andare a spasso col suo cappottino rosso…
Purtroppo una grave insufficienza renale ci ha portato via il nostro Capitano nel luglio del 2019, ma dopo un iniziale momento di lutto e smarrimento che ha coinvolto anche tanti nostri follower, ci siamo decisi a raccogliere l’eredità e continuare la mission del compianto Salvo da Agropoli.
Dopo la morte di nonno Salvo, abbiamo incaricato Artù come Presidente, un giovane e baldanzoso micio bianco e rosso privo di occhi ma che ci vede benissimo col cuore. Nonostante la cecità è un vero furbetto ed è molto giocherellone.
Oltre ad Artù, la Zia ha adottato un nuovo Ventunesimo Gatto nella persona di Eleuterio da Napoli (detto Lillo), un gattone Fiv positivo in buona salute che si è preso l’impegno di condurre una campagna pubblicitaria contro la discriminazione dei gatti Fiv positivi.
Parentesi sulla FIV
Prima di continuare l’intervista, apriamo una piccola parentesi sull’argomento FIV Gatto.
Il virus della Fiv influisce negativamente sul sistema immunitario dei gatti e predispone l’organismo al rischio di infezioni, per questo motivo è molto importante che i gatti fiv+ vengano protetti, accuditi e controllati periodicamente dal veterinario di fiducia (praticamente quello che bisognerebbe fare sempre anche con i gatti negativi).
Vi ricordiamo che la Fiv si trasmette unicamente attraverso lo scambio di fluidi corporei. La possibilità di contagio è molto alta tra i gatti randagi non sterilizzati poiché naturalmente tendono ad azzuffarsi in maniera violenta per la conquista delle femmine e del territorio. In casa tra gatti sterilizzati è altamente improbabile che si scatenino delle liti tali da provocare ferite così profonde, inoltre il virus della FIV non è resistente nell’ambiente, quindi smettiamola di credere che si contagi così facilmente come se fosse un raffreddore.
Chiudiamo questa breve ma importante parentesi e torniamo alla nostra intervista.
Il 21° Gatto – Organizzazione degli spazi
D: “Prof. Gottfried, voi del Ventunesimo Gatto andate tutti d’accordo? Qual è il segreto per far convivere serenamente tutti questi gatti insieme? Come sono organizzati gli spazi?”
R: “Le rispondo subito signora Carota, ovviamente siamo tutti sterilizzati, alcuni in età adolescenziale, altri da adulti. Disponiamo di un grande spazio interno molto luminoso e riscaldato di circa 70 mq, attrezzato con cucce, mensolee e una palestra-parcour con casette sopraelevate, nel quale ci intratteniamo abitualmente.”
“A turno e per piccoli gruppi entriamo anche negli altri spazi abitativi della dimora. La casa è circondata da un giardino di circa 20.000 mq, recintato e isolato dalla strada comunale. I gatti adottati da associazioni di volontariato hanno il divieto stretto di uscita. Quattro di noi, irriducibili alla vita domestica dimorano all’esterno dove dispongono di una casetta per gatti, all’occorrenza riscaldata e cucce protette. Alcuni di noi, venuti dalla strada e sterilizzati in età adulta fra cui io, hanno il permesso di entrare ed uscire. Questo indubbiamente espone a qualche rischio, ma come nel caso mio e di Papy Batman, anche su consiglio dei veterinari, è una misura necessaria per prevenire la cistite da stress di cui tendiamo a soffrire. A queste condizioni la convivenza è agevole anche se a volte si osserva qualche criticità, soprattutto al momento dell’inserimento di nuovi membri.
L’inserimento di nuovi gatti
Dopo la dipartita di Salvo, oltre ad Eleuterio detto Lillo che è un gatto assolutamente pacifico che si è subito conquistato il rispetto di tutti, abbiamo adottato due gattine piccole che si sono subito inserite senza problemi e Dora, una gatta in età matura orfana del suo umano, da sempre figlia unica, che incontra ancora qualche difficoltà di socializzazione con noi gatti e pertanto trascorre la maggior parte del tempo in casa con gli umani, soprattutto nello studio dello Zio davanti al computer, ma mostra segni di miglioramento. Chi a un anno e mezzo dall’adozione continua ad avere serie difficoltà relazionali sia con noi che con gli umani è l’Abbandonata da Bari, detta Abby, una gatta gravemente traumatizzata da giovane che mostra seri problemi comportamentali. Tuttavia ha trovato un suo modus vivendi dimorando su un armadio dove le vengono serviti i pasti e supervisionando le attività in cucina da uno spazio privato ricavato appositamente per lei nei pensili.”
D: “Come vengono reclutati i membri della banda?”
R: “Come ho illustrato, il posto di Ventunesimo Gatto deve essere riservato ad un gatto invalido o malato o molto anziano o in grave difficoltà.”
Campagna contro la discriminazione dei gatti FIV
D: “Prof. Gottfried, come mai avete scelto di adottare Eleuterio da Napoli? Lui è Fiv positivo ma è in ottima forma generale e non ha alcun problema”
R: Sì, in realtà Eleuterio ha otto anni e gode di buona salute, l’unico neo è quello di essere Fiv positivo, ragion per cui si trovava in grave difficoltà e non riusciva a trovare casa. Quando la volontaria napoletana che l’aveva tratto in salvo ha appreso della possibilità che venisse adottato da noi si è sciolta in lacrime e sono state quelle lacrime ed una lettera molto educata da lui stesso indirizzata a me in qualità di Segretario, che ci hanno fatto decidere di accoglierlo anche se non era malmesso. Proprio grazie al fatto che è un gatto in buona forma, si è fatto carico dell’impegno di condurre la sua campagna contro la discriminazione dei gatti Fiv positivi e di sfatare alcune errate credenze su questa condizione.
D: “Prof. Gottfried in qualità di Segretario del Ventunesimo Gatto, vuole lanciare un messaggio ai lettori di questo articolo?”
R: Certo signora Carota, grazie per l’opportunità che ha voluto offrirci. La nostra pagina è dedicata a tutte le brave persone che non si voltano dall’altra parte e che vogliono cambiare la sorte di gatti sfortunati per abbandono, malattia, invalidità, vecchiaia e soprattutto mancanza d’amore. Raccontando le nostre piccole grandi storie, vorremmo condividere con chi ci segue la convinzione che si può essere felici anche in tanti e con qualche acciacco: oramai siamo ventisette e “Ventunesimo” è diventato per noi un concetto simbolico. Alcuni di noi hanno qualche acciacco o quelli che voi umani chiamate handicap, ma noi gatti non temiamo malattia e disabilità, perché, come affermò il nostro amato Salvo nei suoi ultimi momenti di vita:
Viviamo nella dimensione del presente e non abbiamo paura del futuro perché non ne abbiamo nozione. L’unica cosa veramente temibile per noi è un presente senza amore.
Conclusioni
Grazie al prof. Gottfried per aver dedicato il Suo prezioso tempo per questa intervista, speriamo che sia da esempio e da ispirazione per chi si ferma davanti ai problemi, alle malattie e alle disabilità. Non tutti siamo perfetti ma tutti abbiamo bisogno di cure e amore. Non abbiate timore di aprire il vostro cuore a un randagio e ricordate che molte malattie possono essere prevenute grazie alla sterilizzazione, ai vaccini e naturalmente assicurando loro uno stile di vita sano in un ambiente pulito e idoneo al loro benessere.
[content-egg module=Amazon template=grid]
Se ti è piaciuto questo articolo condividilo sui social per aiutare i nostri amici de Il Ventunesimo Gatto e leggi anche le altre storie di gatti.